Il riassunto di un interessante articolo sulla malattia depressiva:
Gli stressori sono sfide, incombenti o percepite, all’omeostasi. La risposta allo stress è una risposta adattiva, innata, stereotipata, agli stressori che si è evoluta allo scopo di ripristinare lo stato omeostatico non stressato. È codificata in specifici siti neuroanatomici che attivano uno specifico repertorio di fenomeni cognitivi, comportamentali e fisiologici.
Le risposte adattive, sebbene essenziali per la sopravvivenza, possono essere disregolate e risultare in una malattia. Un chiaro esempio sono le malattie autoimmuni. Io postulo che la depressione, come l’autoimmunità, rappresenti una risposta adattiva disregolata: una risposta allo stress che è andata storta.
La manifestazione cardine della normale risposta allo stress è l’ansia. I programmi cognitivi, attraverso complesse operazioni associative, ripristinano rapidamente memorie emotive inconsce acquisite durante precedenti situazioni minacciose, che emergono automaticamente per favorire la sopravvivenza. Al fine di prevenire distrazioni durante le situazioni stressanti, il sistema dello stress riduce la tendenza a cercare e a provare piacere: l’introduzione di cibo, il sesso e il sonno sono tenuti in sospeso.
Monoamine, citochine, glutammato, GABA e altri mediatori centrali hanno ruoli chiave nella risposta normale allo stress. Molte strutture centrali sono coinvolte. A cose normali, la corteccia prefrontale submammillare trattiene (sopprime) l’amigdala, l’asse ormonale corticotropina/ipotalamo-ipofisi-surrene (CRH-HPA) e il sistema simpatomidollare. La funzione della corteccia prefrontale submammillare è moderatamente diminuita durante i normali stress per disinibire le strutture citate. Questa disinibizione facilita l’ansia e l’iperarousal fisiologico, mentre riduce appetito e sonno. In condizioni di stress, la corteccia prefrontale dorsolaterale è downregolata; di conseguenza, è ridotta la regolazione cognitiva dell’ansia. È downregolato anche il nucleo accumbens, per ridurre la propensione alla distrazione da parte di stimoli piacevoli e dalla capacità di esperire piacere. A livello intracellulare si verificano cambiamenti essenziali adattivi che includono: aumento della neurogenesi, miglioramento della neuroplasticità e diffusione di una risposta positiva del reticolo endoplasmatico allo stress.
Nella risposta allo stress, emergono acutamente resistenza insulinica, infiammazione e uno stato protrombotico. In tal modo arriva più glucosio al cervello e si crea preventivamente uno stato proinfiammatorio e protrombotico in vista della possibilità di avere ferite o emorragie durante la situazione stressante.
Nella depressione melancolica, l’attività centrale del glutammato e dell’adrenalina, così come quella delle citochine centrali è persistentemente e significativamente aumentata. La corteccia prefrontale submammillare è strutturalmente e funzionalmente compromessa: le sue dimensioni sono ridotte fino al 40%. Questo porta ad ansia persistente, all’attivazione dell’amigdala, dell’asse CRH/HPA del sistema simpatomidollare e alle loro sequele, incluse risveglio precoce e perdita di appetito. L’attivazione persistente dell’amigdala, a sua volta, attiva in un circolo vizioso il sistema neuroendocrino dello stress e le funzioni autonomiche. L’attività del nucleo accumbens è ulteriormente ridotta ed emerge l’anedonia. Contemporaneamente, si riducono significativamente la neuroplasticità e la neurogenesi. Molti di questi processi sono migliorati dagli antidepressivi.
I processi fisiologici che avvengono durante lo stress e che sono aumentati marcatamente durante la malattia depressiva, in particolare nella melanconia, mettono in moto i diversi meccanismi che producono infiammazione, resistenza insulinica e stato protrombotico. Tali processi, che portano anche alle manifestazioni comportamentali della depressione, producono una significativa riduzione della durata di vita, e il raddoppio dell’incidenza di malattie cardiovascolari precoci. L’incidenza di diabete e osteoporosi è anche aumentata.
Clinicamente la depressione atipica e melancolica sembrano antitetiche. Nella melancolia, i sintomi depressivi sono peggiori al mattino, quando i sistemi che regolano l’arousal come l’asse CRH/HPA e sistema noradrenergico sono al massimo. Il contrario avviene nella depressione atipica, quando questi sistemi sono al minimo. I melancolici hanno anoressia e insonnia, gli atipici iperfagia e ipersonnia. La melancolia sembra assomigliare ad un’attivazione e persistenza della normale risposta allo stress, mentre la depressione atipica ad una risposta allo stress eccessivamente inibita.(…) È importante notare che molti dei principali mediatori della risposta allo stress e della melancolia, come corteccia prefrontale sottomammillare, amigdala, sistema noradrenergico e asse CRH/HPA, partecipano all’instaurarsi di circuiti multipli di feedback positivo. Questa organizzazione permette lo stabilirsi di quella esagerata e persistente elevazione della risposta allo stress osservata nella melancolia. In virtù della notevole interrelazione tra le varie componenti del sistema, potrebbe non essere rilevante dove, in questa cascata, si pone la prima anomalia. Quest’ultima si diffonderà alle altre componenti, portando alla loro attivazione in un circolo viziono pernicioso.
(Fonte: Gold PW:The organization of the stress system and its dysregulation in depressive
illness. Mol Psychiatry. 2015 Feb;20(1):32-47. doi: 10.1038/mp.2014.163. Epub 2014 Dec 9).[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]